L'arte della ceramica faentina.
- La Signora dei Saponi

- 29 ott 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Scritto in collaborazione con La Vecchia Faenza www.ceramicafaenza.it
Le maioliche faentine sono una forma d'arte ceramica caratteristica di Faenza, in Emilia-Romagna, nota per la sua bellezza e la sua storia ricca. Ecco alcuni aspetti chiave:
Storia
Le maioliche iniziarono a essere prodotte a Faenza nel XIII secolo. La città divenne rapidamente un centro importante per la ceramica, attirando artisti e artigiani. Il termine "maiolica" deriva dalla parola "Maiolica," che si riferisce all'isola di Maiorca, da cui si crede siano giunte le tecniche di smaltatura.
Caratteristiche della ceramica faentina
Materiale e Tecnica: Le maioliche faentine sono realizzate in terracotta e decorate con smalti colorati. La tecnica della pittura a mano è fondamentale, e i decoratori usano colori vivaci come blu, giallo, verde e rosso.
Motivi Decorativi: Le decorazioni sono tipicamente intricate e variano da motivi floreali e geometrie a scene mitologiche e figure umane. L’uso di contorni neri o blu per delineare le figure è un tratto distintivo.
Smalto: L'aspetto lucido delle maioliche è ottenuto grazie a un particolare tipo di smalto che, oltre a conferire bellezza, protegge la ceramica.
Stili
Gli stili decorativi tradizionali sono:
Stile "Melograno"
Il Melograno è un decoro emerso negli anni Venti del Novecento nelle botteghe faentine. Combina motivi decorativi della tradizione mediterranea con elementi di Art Decò e dettagli in oro zecchino. Il blu è il colore predominante, con melagrane circondate da foglie, ricci e fiori. Talvolta, compaiono anche animali, uccelli e pavoni, figure tipiche del periodo Liberty.

Stile “Penna di Pavone” o “a Pavona”
Lo stile “Penna di Pavone”, nato nel ‘400, si ispira all'affascinante occhio della penna di pavone. Esibisce “ventagli” di colori vivaci—arancio, giallo, viola e verde—incorniciati da ornamenti e ricci blu intensi.
I maestri maiolicari di Faenza, nel loro ampio utilizzo di questa decorazione, sembrano rendere omaggio alla giovane Cassandra Pavoni, la cui storia d'amore con Galeotto Manfredi, signore di Faenza, ha segnato un’epoca.

Palmetta Persiana
Il decoro, ispirato all’esotismo, riproduce motivi tipici delle stoffe orientali del Rinascimento. Impiegato per le pavimentazioni della Cappella Vaselli di San Petronio a Bologna nel 1487, questo stile ha avuto un ampio utilizzo nelle botteghe faentine nella seconda metà del ‘400.
La Palmetta Persiana si distingue per i suoi fiori dipinti in sfumature di blu, elegantemente incorniciati da foglie verde rame e ornamenti ricci, creando un effetto raffinato e suggestivo.

Stile Compendario
Lo stile che emerse nelle botteghe faentine nella seconda metà del ‘500 rappresenta una reazione all’eccessivo uso del colore del secolo precedente. Da quel momento, le maioliche iniziarono a presentare tonalità più tenui, adornate da figure di putti e delicate sfumature di turchino, che diventavano le uniche decorazioni su uno smalto stannifero dal candore vellutato.

Stile Berettino
Lo stile Berrettino si riconosce per il suo tipico smalto nelle sfumature di grigio-azzurro (detto localmente Bartè), usato dai maiolicari di Faenza nel XVI secolo, forse ispirato a modelli orientali.
Su questo smalto, si possono osservare frequentemente vari motivi decorativi, tra cui arabeschi, grottesche, ghirlande, frutti, trofei, stemmi di famiglie, medaglioni e putti, realizzati in colori vivaci—soprattutto giallo e arancio su fondo blu—oppure in bianco con linee sottili.

Decorazione a Garofano
Caratterizzato da un giardino giapponese con un imponente fiore, noto come “garofano delle Indie”, lo stile a Garofano si ispira all’esotismo (cineseria). Questo stile trovò ampio utilizzo nel vasellame faentino alla fine del ‘700 e continua a essere una delle decorazioni tradizionali più celebri e persistenti.

Decorazioni a raffaellesco
L'ornamentazione del Rinascimento, conosciuta come “Raffaellesco”, si ispira alle decorazioni plastiche e pittoresche scoperte a partire dal ‘400 negli scavi di antichi edifici romani risalenti all'epoca di Nerone. Il termine prende il nome da Raffaello Sanzio, il quale si ispirò agli affreschi della Domus Aurea per realizzare le Logge Vaticane.
Questo decoro, molto popolare nella ceramica faentina del secondo ‘800, si distingue per motivi come arabeschi, ghirlande, amorini, figure mitologiche, festoni, architetture illusorie, candelabri e forme vegetali e animali. Questi elementi sono disposti in composizioni vivaci che incorniciano scene pittoriche raffiguranti paesaggi, momenti bucolici o storici, ispirati a grandi artisti come Boucher, Fragonard e Carot.

Importanza Culturale
Le maioliche faentine non sono solo oggetti utilitari, ma sono considerate opere d'arte. Sono state apprezzate non solo in Italia, ma anche all'estero, e hanno influenzato molte altre tradizioni ceramiche. Oggi, Faenza è sede di musei e manifestazioni dedicate alla ceramica, come il Museo Internazionale della Ceramica, che conserva e celebra questa tradizione.
Produzione Contemporanea
Oggi, i ceramisti di Faenza continuano a lavorare con le tecniche tradizionali, ma spesso sperimentano nuove forme e stili, mantenendo viva l'arte della maiolica. Artisti locali e gallerie espongono e vendono le loro opere, contribuendo alla rinascita e alla diffusione della maiolica faentina nel mondo.
Conclusione
Le maioliche faentine rappresentano un patrimonio culturale inestimabile, testimoniando la storia e l'abilità artigianale di Faenza. L'apprezzamento per queste opere continua a crescere, rendendole una parte fondamentale dell'identità artistica italiana.



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